La Tuscia, l’antica Etruria, oggi meglio identificata con la provincia di Viterbo, pone le basi del proprio sviluppo nell’antica tradizione contadina, che dai tempi che precedettero gli Etruschi è sopravvissuta fino ad oggi trasmettendoci sapienza e credenze popolari. Come è noto, essa basa la propria esistenza sugli elementi naturali, terra, aria, acqua e fuoco, mentre il tempo è scandito non dal ticchettio frenetico di un orologio, ma dal sole e dalle stagioni, ed il suo stesso trascorrere apporta esperienza e sapienza maggiori. Attorno ad una vita semplice e genuina si è formata una cultura schietta, gioiosa e spesso anche burlona che ha formulato proverbi, detti, filastrocche e canti sulla vita, nonché svariati modi di dire ancor oggi in uso nel popolo. A Bassano Romano, per esempio, di chi rincorreva progetti “impossibili” si diceva “chi curre dereto ammo cello che vola o ciarvello lli sona”; per descrivere invece le difficoltà della vita contadina e il gran lavoro da farsi si usava l’espressione “Chi c'ha vigna c'ha tigna”. Sempre di Bassano Romano è un’espressione piuttosto colorita che vuole demonizzare la pigrizia e il peccato dell’accidia: “Chi magna 'o dorce caca l'amaro”. Altri proverbi e detti popolari sono legati alla Chiesa ed ai Santi come "Scherza co i' fanti ma lascia stare i Santi": e chi non conosce l’espressione "Morto un Papa se ne fa un altro" ?! Infine, altre espressioni colorite - e a volte taglienti - sono entrate nell’uso popolare per indicare situazioni spiacevoli come ad esempio: "Si ridotto un San Lazzaro", "Come và? Come le scarpe ogni giorno peggio", "Costi come una fija femmina", "Pari un cane bastonato". Sulle festività Pasquali, infine, sono simpatici i proverbi: "Natale co i 'sole, Pasqua co i 'carbone" e il classico e celebre "Natale coi tuoi e Pasqua co' chi voi".. |