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San VALENTINO e ILARIO, martiri a Viterbo |
02/02/2007 |
Come tanti documenti, che in qualche modo parlano di martiri dei primi secoli, anche quello inerente i santi Valentino ed Ilario, è del secolo VIII, cioè scritto 3-4 secoli dopo il presunto periodo della loro morte e ciò comporta per questi documenti, una certezza storica ipotetica. La ‘passio’ composta nell’VIII secolo racconta che Valentino era un prete e Ilario un diacono e durante la persecuzione di Diocleziano (243-313) furono uccisi e sepolti il 3 novembre, in un luogo chiamato “Camillarius”. Chi fossero nella vita è difficile accertarlo, ma data la loro dignità, si potrebbe pensare che fossero addetti alla cura di una chiesa rurale e qui uccisi. In un documento del 788 si ha qualche conferma di quanto detto, in esso si parla di una ‘cella s. Valentini in Silice’, cioè una chiesetta con sepolcro posta sulla via Cassia, a due km da Viterbo. Ma anche se non è nominato nel documento, nella chiesetta vi era anche il corpo di s. Ilario, perché l’abate di Farfa Sicardo (831-842) li trasportò ambedue nella chiesa dell’abbazia. I corpi dei due martiri rimasero nella celebre abbazia di Farfa, fino al secolo XV, ma alcune tradizioni di Viterbo dicono fino al 1303, quando le reliquie sarebbero state portate nella cattedrale della città. Alcuni antichi Martirologi, portano la celebrazione al 4 novembre, mentre altri, compreso il ‘Martirologio Romano’, la portano al 3 novembre.
Autore: Antonio Borrelli Fonte: www.santiebeati.it |
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