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Il Pecorino di grotta del Viterbese |
28/11/2006 |
Percorrendo le vie della Tuscia, una caratteristica che balza all’occhio anche del visitatore più distratto è la presenza delle numerose grotte che si aprono sulle rupi di quasi tutti i paesi. Tali cavità hanno assunto nei secoli diverse funzioni, tra cui quella di luogo ideale per la conservazione e la stagionatura di alcuni alimenti. È il caso del pecorino di grotta del Viterbese, stagionato in cavità vulcaniche per lo più naturali e su tavole di legno accanto ad erbe aromatiche che donano al formaggio un aroma speciale. Una leggenda vuole che a Montefiascone, nella profonda caverna che ancora oggi si trova proprio sotto alla Rocca dei Papi, vi fosse un’osteria, ove si dice si ritirasse, tra gli altri, Martin Lutero in viaggio per Roma. Un dì, un oste di nome Saverio scoprì il particolare sapore del cacio che casualmente aveva lasciato a lungo riposare in quel posto: da allora, a Montefiascone, luogo principe nella produzione di questo formaggio, il cacio è ancora prodotto alla stessa maniera. |
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